Anita De Donato
Di Anita De Donato Ruiz De Cardenas, sappiamo davvero pochissimo, quasi niente, ed è rappresentativa di una letteratura femminile, a prima vista graziosa e poco impegnativa, ma che poi “dice” di più di quanto non appaia. Inoltre Anita é rappresentativa di molte altre scrittrici che ho trovato con analoghe caratteristiche di scrittura e di totale invisibilità.
Nata a Livorno il 28-3-1888, Anita si dedicò alla “letteratura marinara” (EBBI). I suoi racconti hanno sempre a che fare col mare e con la vita di ufficiali, ma hanno tutti come protagoniste le donne di questi marinai: spose, amanti, madri. E’ la realtà di quell’ambiente vista dal punto di vista delle donne. Da uno dei punti di vista possibili: qui leggero, ironico, ma non superficiale. Una piacevole caratteristica é che i finali non sono convenzionali, anzi testimoniano l’ironia, l’autoironia, la tenerezza con cui l’autrice segue le storie, alcune divertenti.
Dalla raccolta Donne di mare, segnalo: La Malattia, Mare assassino, e soprattutto La coppia accorta, La disciplina, La necessità del cuore .
Il racconto che ho scelto di antologizzare in Antologia del 900, La moglie ingenua, sotto l’apparente leggerezza, attacca le mentalità radicate: il privilegio del figlio maschio, la pessima educazione impartita ad una bambina vivace e intelligente fino a farla diventare silenziosa e solitaria, il bigottismo ipocrita, l’ipocrisia dell’ambiente familiare piccolo borghese.
Anche l’apparente evanescenza di Marinella, l’ingenuità, il suo immaginario riguardo all’amore, possessivo, romantico, esclusivo, si scioglierà alla fine e Marinella si rivelerà l’unica persona fuori dagli schemi. Quel suo sguardo “ingenuo”, e quanto ironico e autoironico!, servito a svelare i piccoli e banali luoghi comuni, troppo scontati per essere colti da chi vi é assuefatto, rappresenta in realtà uno sguardo “altro”, lo sguardo della differenza.
Così la centralità assoluta, in qualche modo egocentrica della protagonista, subisce nel finale una modifica importante, e lo stesso racconto presenta uno “scarto” narrativo, colpo d’ala di questa sconosciuta scrittrice.
Pronta a suicidarsi (é proprio un topos questo del suicidio: chissà quanti ce n’erano nella realtà), Marinella riflette sul fatto che questo gesto rinsalderebbe i ruoli di tutti quelli che le sono attorno (la madre, la sorella, e l’amato marito) e faciliterebbe la vita a queste persone che l’hanno delusa, così riscopre il valore della vita di per sé, e questa “presa di coscienza” certamente l’aiuterà a “partire da sé” non più in senso egocentrico e puerile, ma come scelta di autonomia.
Opere:
- Luce (romanzo), <Lucca ?>, (vinse il III posto in un concorso della Mondadori)
- Donne di mare, Lucca, Le Spighe
“ “ , Milano, Treves, 1919
- La fiamma che splende e la fiamma che abbrucia.
Bibliografia.:
EBBI, Casati G, Manuale...; Gastaldi M., Panorama... l
(Anna Santoro)