Racconto: Lui

18 Marzo 2018

 

Lui.

Lo guardo poco questo è vero. Lo ascolto poco. Anche questo è vero. Qualcuna me lo invidia. Dice: beata te. Io sorrido annuendo e penso: sapessero…

Il fatto è che quando ho da fare, il che è super frequente anzi è sempre, da fare cose che non posso assolutamente rimandare, quando mi faccio forza per resistere e andare avanti e non badare a niente altro, ecco in questi casi lui mi deprime.

Perché si lamenta si irrigidisce mi lancia segnali di pericolo commenta acido e troppo saggio tutto ciò che faccio si offende si fa venire mille mali, assume un aspetto sciupato stanco teso diventa brutto insopportabile.

Allora gli dico, ancora gentile (lui mi serve!): dai non fare così, è ancora per poco. Finisco questo libro, questo saggio, questo convegno, la stesura delle lezioni per questo seminario, questa organizzazione per la difesa dei diritti civili, questa maratona per i cani abbandonati, questa manifestazione… e intanto penso che devo anche chiamare la mia amica che sta male perché non sa come riempire il tempo visto che il marito se ne va in giro, il mascalzone, la tradisce e lei mai che abbia pensato a rendergli pan per focaccia… in quanto a lasciarlo poi, sei pazza! e a trovarsi cose da fare? non se ne parla proprio appunto perché è triste sola abbandonata e almeno tu chiamami, dice, fammi sentire che qualcuno mi vuole bene mi protegge mi assiste mi comprende… e insomma devo fare questo questo e questo…

Non piantarmi in asso, gli dico, non lo farò più ti giuro, non mi farò più incastrare in ritmi di tempo che non sono i miei, credimi, che poi quali siano i miei qualcuno me lo dica, no, non tu, tu lo so come la pensi, ma ti giuro non mi farò affascinare da proposte di lavoro da un Progetto meraviglioso da un invito importantissimo se non quando avrò tempo e sarò serena e potrò pigramente dire ‘sì, mi piace, ci sto, ma ho bisogno di tre mesi di un anno di cinque anni…´ farò così, lo giuro, ma ora capiscimi sostienimi… tu da che parti stai?

Sì, lo so, ti preoccupi, lo fai per me ci tieni a me, lo so, e anche io ci tengo a te, lo sai, tu però non capisci. Ora, per esempio, ho anche le grandi pulizie pasquali della casa: mettere via gli abiti pesanti e tirar fuori camicette jeans tailleurs freschi freschi insomma tutte le cosine estive carine carine ma da lavare stirare mettere in ordine e c´è il riordino dei libri che si muovono dal loro posto e io perdo la testa a cercarli nel casino generale e allora devo, devo, rimetterli in ordine e facendolo, ovvio, li tiro via dagli scaffali e vedo la polvere, dio come la odio, allora pulisco e nel farlo mi fermo a leggere una pagina e poi un´altra e così mi accendo una sigaretta e per un poco volo tra le parole e poi il telefono e quando torno non ricordo più cosa stessi facendo, guardo il casino guardo l´orologio, presto, è tardi, mettere in ordine altrimenti non ci capisco più nulla come per le carte, che anche loro non so come facciano, si scambiano di posto si confondono si moltiplicano e io penso a quei poveri boschi decimati per cosa? anche per me anche per il mio disordine e allora mentre sui fornelli bruciano i piselli la pasta è ormai scotta e non ho la ricotta decido di tirarle tutte fuori, le carte, di rivedere l´archiviazione e facendolo escogito sistemi sempre più sofisticati di cui tra pochissimo tempo non avrò più memoria e mi ritroverò nel casino perché anche il computer uso male o lo sottouso perché, anche lì, ogni correzione va fatta ma salvando quello che c´era prima e bisogna escogitare nomi strani o numerare i file e poi devo riaprirli e perdo la testa a confrontarli…ma qual è la differenza???

E in tutto questo mio fare e mio spiegare e mio giustificare, lui mi fa il muso. Tosto. Si chiude permaloso soffre mi fa soffrire e non solo non mi sostiene ma mi attacca mi indebolisce mi mette in crisi mi sta addosso pesante mi pesa sulle spalle mi schiaccia.

A sera, tardi, quando finalmente vorrei che si stendesse calmo sereno forte che mi desse sicurezza proprio la sera, la notte, mi fa impazzire perché continua a segnalare ad avvertire ammonire mettermi in guardia: tiri troppo la corda chiedi troppo dalle tue forze ormai non sei più una giovincella prenditi una vacanza al sole nel mare nuotare buon cibo riposo leggere dormire camminare sulla spiaggia chiacchierare di cose cretine non pensare al Cavaliere e alla sua corte scorticata non fare progetti piani non rimuginare non soffrire…

Io rispondo lo so lo so, proprio come diciamo tutti noi a Napoli. Ma dammi tempo. E lui: no! E io: voglio almeno… E lui: no! Solamente… No!

E´ inutile, si mette di impegno a rovinarmi tutto. Così, sul più bello, quando credo di avercela fatta e basta ancora un piccolo sforzo, lui, trac… mi abbandona cede mi punisce e io mi ritrovo bloccata da un colpo della strega o da una febbre da 39 in su o da herpes eczemi vari pruriti mal di gola di pancia di schiena di polsi di gambe di testa… e lui, il mio corpo, benché sofferente anzi proprio per questo, finalmente se la gode: te l´avevo detto.

 

 

Repubblica 11 settembre 2005

La mia vita con lui cercando la tregua

 

 

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