Intervista a cura di Elisa Santucci, su: ilmondoincantatodeilibri.altervista.org

7 Luglio 2018

Anna Santoro poeta e scrittrice , ci parla del suo libro ” Cercando bambina” edito da Alieno editrice, un libro di denuncia in cui sono trattati i temi dolenti della contemporaneità, un libro che ci invita a guardare il mondo che ci circonda senza chiudere gli occhi mettendoci in gioco in prima persona.

Cercando bambina la recensione

Noi abbiamo parlato con Anna che ci ha rilasciato questa interessantissima intervista.

Buongiorno Anna e benvenuta nel nostro blog.

Chi è Anna Santoro raccontati . 

Sono napoletana e gli anni passati ad Arezzo, e ora a Roma, nulla tolgono all’importanza formativa delle mie origini. Ho un figlio musicista e un meraviglioso nipotino.

Ho attraversato tutte (quasi) le esperienze proprie dei miei anni (sono del settembre 1945), sempre spinta dal desiderio di conoscere persone, eventi, paesi, e di usare ciò che imparavo. Ho iniziato a scrivere a 8 anni: poesie, racconti, piccole scene teatrali, poi romanzi, e da sempre il diario, strumento indispensabile di conoscenza di sé, del proprio sguardo sul mondo, della bellezza della scrittura, del passare del tempo e delle trasformazioni che comporta. Mi sono impegnata politicamente contro ingiustizie, violenze, superficialità, cinismo: occupazioni delle case anni 60-70, militanza in un gruppo extraparlamentare e infine, 1978,  felice approdo al Movimento  femminista. Il  lavoro di ricerca sulle scritture delle donne,  dagli inizi degli anni ’80, è nato dalla passione della scrittura e dalla necessità di rintracciare e rileggere le nostre autrici del passato:  operazione di memoria e di verità.  Ho lavorato molto sul suono della parola e sull’oralità e ho realizzato performances, partecipando e organizzando manifestazioni di poesia, lettura e musica. Ho pubblicato saggi, poesie e racconti su giornali e riviste.  Ho condotto master, seminari e corsi di aggiornamento. Per circa venti anni sono stata Presidente dell’associazione culturale L’Araba Felice, da me fondata a Napoli (e ora chiusa). Socia fondatrice della Società delle Letterate, ne sono uscita da qualche anno.

Cercando bambina è un libro di denuncia sociale, come nasce?

In genere la scrittura di denuncia (importantissima) tende a rimanere fuori dalle vicende, dalle persone rappresentate, le osserva con occhio critico, ne descrive la genesi e gli sviluppi, segue un proprio itinerario, una propria dimostrazione. Io invece, partendo dalle mie reazioni emotive e intellettuali di fronte alla realtà come mi appare, accolgo la storia man mano che si sviluppa, mi immergo completamente in essa, catturata dalla necessità di dare forma al mio sguardo. E ciò significa che sono obbligata a ripensare me stessa e le cose vissute.  E questo accade per i romanzi, le poesie e perfino per la ricerca letteraria. In questo senso Cercando Bambina è un viaggio anche in ciascuna di noi, del profondo del femminile, della storia che abbiamo alle spalle. Cercando Bambina in particolare nasce da sentimenti e sensazioni che avverto costatando ogni giorno quanto bambine e  bambini siano deboli, violati, usati, trucidati, vittime di adulti che decidono le loro vite e le loro morti: sia nei paesi chiamati genericamente del terzo mondo, in guerra o stremati dalle ruberie e dallo sfruttamento da parte dei paesi “civili”, sia, in altro modo, nei paesi ricchi, e non solo negli strati sociali più deboli, ma anche in famiglie privilegiate. E nasce, il romanzo, dalla sofferenza e dalla rabbia di fronte a tante immagini e storie di donne, sottoposte quotidianamente a violenze, prepotenze, aggressioni, negazioni, e a poco vale se una parte di esse ha conquistato spazi e funzioni. In conclusione potrei dire che nasce dalla mia reazione alle ondate del male nelle sue varie forme: il malaffare, le ingiustizie, le guerre, il disinteresse e anzi l’ostilità di tanti e tante di fronte alla crescente povertà e solitudine di un numero sempre più vasto di persone e di popoli, la ricchezza nelle mani di pochi, l’egoismo, la superficialità, l’avidità, e ancora la politica intesa come Potere di partiti che a loro volta servono gli interessi di quel Potere oscuro e nello stesso tempo evidente che ci sovrasta. E pesano anche il tradimento dell’amica, l’isolamento e la frammentazione delle varie forme di lotta e di resistenza, l’incapacità di ragionare e decidere sulle questioni davvero serie.

L’indifferenza, il malaffare in tutte le sue forme , ed i bambini vittime innocenti del mondo degli adulti è secondo me il fulcro del tuo romanzo. Come è arrivata dentro di te questa esigenza di una denuncia forte e forse anche politica.

Appartengo a una generazione che partecipò molto alla politica, anzi, che definì “politica” ogni agire: come e cosa si mangia, come ci si veste, chi si frequenta. L’idea era quella di “trasformare il mondo” attraverso e grazie al “fare politico”. Un poco come “fare poesia”. Creare ciò che prima non c’era. Ma già prima della consapevolezza politico-sociale, l’educazione ricevuta dalla mia famiglia, pur con tante mancanze e modalità contro cui mi ribellai, era fondata su onestà, lavoro, cultura, accoglienza, giustizia, rifiuto di compromessi e corruzioni, e dunque mi aveva fornito la capacità di “leggere” la realtà, e predisposta a svelare le ipocrisie e magari a procurarmi gli strumenti per la trasformazione.

Cercando bambina narra il dolore in tutte le sue forme ma alla fine lascia un germoglio di speranza e consapevolezza, tu la vedi questa speranza nella forza delle donne che non possono accettare un mondo così malsano da consegnare ai loro figli?

Sì, penso sia l’unica autentica speranza. A patto che nel frattempo non avvengano trasformazioni sul piano antropologico anche tra le donne, come sta avvenendo a livello generale (e lo costatiamo con  disgusto ogni giorno). La speranza e la  fiducia va a quelle donne che conservano, articolano ed elaborano la “cultura femminile” di cui per prima compiutamente ha scritto Virginia Woolf, e che vedo in tante iniziative di giovani donne o nei gesti quotidiani di  semplici donne, da qualsiasi paese provengano.

Le donne: da anni sei in prima linea per la difesa  dei  loro diritti, secondo te  si sono fatti passi avanti o questa violenza imperante nei loro confronti all’interno delle famiglie ci riporta 50 anni indietro?

Ho partecipato a molte battaglie per i diritti delle donne e ho lavorato, forse soprattutto,  al recupero della storia delle donne letteraria e politica, alla comprensione, articolazione e diffusione di un pensiero e di una pratica politica che riesca a mettere insieme libertà e rispetto per l’altra/o, soggettività e cura, accettazione delle diversità e ricerca. La cultura e una reale affettuosa e sincera relazione tra donne sono la nostra strada. Il mondo si è trasformato e anche la condizione delle donne, e non solo nella società occidentale. Dunque qualche passo avanti c’è stato.  Eppure il mondo non è stato “rivoltato come un guanto” né dal punto di vista di genere, né di classe, e oggi si scontra ancora o di nuovo con problemi magari vecchi, ma, e questo è il punto importante, che ora sono nominati attraverso semplificazioni pericolosissime. La violenza sulle donne e sui bambini, in famiglia o in ambienti insospettabili (che dovrebbero essere), viene raccontata dai mezzi di comunicazione con cinismo,  con un gusto pornografico della tragedia e del dolore che trasforma e deforma le mentalità e le culture. Ed è in questa narrazione sciagurata che vedo un disegno terribile, non so se consapevole o stupido e superficiale, un valore negativo aggiunto della nostra contemporaneità.

Hai combattuto battaglie politiche e sociali sempre in prima linea, come vedi questo nostro momento difficile?

Penso che viviamo e vivremo ancora anni durissimi, difficili. Per la prima volta, a parte piccoli gruppi ancora sparsi e alcune presenze interessanti, non  c’è al momento una proposta pulita, giusta, vasta, riguardo all’organizzazione del mondo.  Ancora non è chiaro che capitalismo e società patriarcale si sostengono l’un l’altro (e in realtà ora si parla pochissimi di capitalismo e anche di società patriarcale). Ma credo (spero) che nuove energie (forse già al lavoro),  generose e ricche di immaginazione, in grado di rappresentare una visione intelligente e lungimirante del mondo, decideranno alla fine di contare. Forse non lo vedrò perché ci vorrà del tempo.

Che lettrice sei? Cosa ami particolarmente ed esiste qualche autore che in qualche modo ha formato la tua coscienza civile?

Ho letto tantissimo e amo tutti i generi letterari, a patto siano interessanti e ben scritti, e svariate discipline di ricerca.  Tantissimi sono gli autori e le autrici che mi hanno insegnato ad amare e ragionare. Naturalmente si collocano nel loro tempo e nel mio. Voglio dire che certi libri ti accendono delle scintille anche perché li leggi al momento giusto per te. Nel leggere si è letti, lo ripeto spesso. Io li ho scelti o loro hanno scelto me, non lo so. Oggi ritengo fondamentali, indispensabili e altamente raccomandabili, cito un po’ alla rinfusa, le grandi maestre: Hannah Arendt,  Simone Weil, Virginia Woolf, Susan Sontag, De Beauvoir,  Elisabeth Badinter il pensiero di Diotima, Irigaray, Braidotti,  Butler,  De Lauretis…. Ma da giovanissima, molto mi servì la lettura di grandi intellettuali. Penso alla scuola di Francoforte, soprattutto a Adorno e Horkheimer, che mi hanno offerto una chiave, una modalità di analisi, e così anche Marcuse,  Barthes,  Benjamin, che possono anche apparire autori non specificamente  “impegnati” sul piano civile, ma che m’insegnarono a leggere le epoche, la cultura e il farsi della cultura, il che è politica, e come D’Alambert, Derrida, Foucault. Basaglia è stata una lettura importantissima nel momento giusto (e ricordo anche la moglie, Franca) e così via. E poi il teatro, scrittrici e scrittori, poete e poeti, italiani e stranieri: un fiume. E in particolare mi piace citare almeno Annamaria Ortese e Elsa Morante.

Oggi con il web , i blog le recensioni , le interviste, il rapporto diretto con i lettori è cambiato il modo di rapportarsi col proprio pubblico, tu come lo vivi?

Non so se uso al meglio questi nuovi strumenti che reputo importantissimi anche a causa della chiusura dei tradizionali spazi di incontro e diffusione della cultura. Ne sanno qualcosa i piccoli editori, e ovviamente autrici e autori che continuano a sperimentare e a cercare nuove strade, superando le omologazioni di volta in volta di moda. Così, sono su fb, ho il mio sito, mi fa molto piacere quando una mia lettrice, o un mio lettore, mi scrive (ma questo mi capitava anche prima dell’era fb), rispondo con grande piacere a interviste come questa.

Ora un po’ di sana pubblicità dove possiamo acquistare il tuo libro ?

Sul sito della casa editrice Ali&no, su Amazon, ordinandolo in  libreria, venendo alle presentazioni che continuo a fare in tutta Italia, organizzandone voi (ah! ah!)

Se non hai altro da aggiungere ti ringraziamo di essere stata con noi e ti auguriamo tanta fortuna e successo

Grazie a te.

 

Pubblicazioni

Poesia e narrativa

– Sestessenze, (poesie) Tam Tam, 1985;

– In altro modo? – romanzo – Altri Termini, 1986;

– Tra gangli, bulbi e vene, (poesie) Periferia, 1987;

– Per corsi, (poesie) Forum/ Q.G., 1990;

– Album, – racconti – L’Araba Felice, 1992;

– La ballata delle sette streghe e altri versi, (poesie) Colonnese, 1998;

– Le amiche di Carla, – romanzo – Filema, 1999;

– Pausa per rincorsa, – romanzo – Avagliano, 2003;

– certincantamenti, (poesie) Marsilio 2005;

– La nave delle cicale operose. Una narrazione. – romanzo – Robin, 2012;

– La Quinta Stagione e antefatti – indizi – avvisaglie e no (poesie), kairòs 2017

– Cercando Bambina, – romanzo – Ali&no ed. 2018

Saggistica. Riedizioni e cura di testi

– Tra gioco e ragione : L’eroismo tra i nemici o sia La Faustina, Napoli, SEN, 1982;

– Catalogo della produzione femminile italiana a stampa presente nei fondi librari della Biblioteca Nazionale di Napoli (dalle origini della stampa al 1860), (Napoli, 1984);

– II ed. nel 1990, aggiornata al 1900 e corredata di una Guida al Catalogo);

– Narratrici italiane dell’800, Napoli, 1987;

– Il Novecento. Antologia di scrittrici italiane del primo ventennio. Bulzoni, 1997

– I secreti della Sig. Isabella Cortese, Massa, 1999;

– Adelaide Bernardini, L’altro dissidio, Filema, 2000;

– M. Pia Lombardi, Nei vortici del 2000, commedia, Araba Felice, 2000;

– Piccola Antologia di scrittrici campane, Intramoenia, 2001;

– Impressioni e ricordi, Il Diario di Grazia Mancini Pierantoni, L’arabafelice, 2006.

scritto..

Sto lavorando a una raccolta dei miei scritti sulle scritture delle donne in Italia e ho iniziato un nuovo romanzo.

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