Ragazzo che corre (racconto? prosa poetica?), Album 1992

1 Dicembre 2018

(Piccola nota).
Questa breve prosa fa parte di "Album", un libricino dove raccolsi brevi racconti che sembravano alludere a una fotografia. Il libricino è in cartoncino leggero, nero, e la scrittura è in bianco: volevo dare l'idea che le parole fossero le foto.)

Ragazzo che corre.
E' un ragazzo che corre e ha le braccia levate. Ha muscoli tesi e tesa è la bocca che grida qualcosa. Forse: come è bella la vita. Oppure: amore, ti amo. C'è tensione nel corpo, la camicia è nel vento. Nel vento vanno i capelli. Ha gambe lunghe e i jeans sono di quelli aderenti e leggeri che lasciano correre il sangue. E corre quel sangue nel giovane corpo.
Lui sente quel sangue urlargli nelle vene che è vivo e che viva è la vita e la strada che si snoda davanti. Ha occhi un poco strizzati e capelli dritti nel vento. Corre il ragazzo e grida qualcosa.
Sprizza l'energia di emozioni fino ad ora represse. E' uno scatto, è un urlo, è una freccia scoccata da un dito fino ad ora paziente che a lungo ha esitato e ora è scattato. E' con il corpo che questo ragazzo grida il suo amore alla vita.
E' un ragazzo che corre e ha le braccia levate. Ha muscoli tesi e tesa è la bocca che grida qualcosa. Forse: come è bella la vita. Oppure: amore, ti amo....amore ti amo.......................................ma forse...
Ma forse lui grida: ferma, aspetta, non ti girare, corri, scappa, aiuto, percheeeeeeeeé?
Tesa è la bocca che grida qualcosa........io amo la vita... Oppure è dolore, è rabbia, impotenza, odio verso qualcosa che è lì, davanti, o dietro le spalle. Allora è tutto il dolore del mondo in quel corpo che corre. Forse che fugge, che cade. Che cade colpito da qualche assassino. Assassino di vita, d'amore, di essere al mondo con i propri diritti. Diritti di pace e di lotta. Diritti di vita, di prati aperti nel sole, di fuoco dolce nel camino, di tenero stringere teneri fianchi, di andare per mare.
Andare per mare ad usare quel mondo incantevole che è dentro quegli occhi. Si chiudono dunque quegli occhi? Si chiudono di dolore? di folle paura, di certezza che ora davvero è tutto finito?

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