Si arrotolano pensieri e immagini
senza capo né coda
tanto è arduo districare
il sapore amaro che ti assale
per vergognosi strepiti
facce truccate messe in posa
a costruire indignazione
e consenso alla volgarità
gocce di sudore – lingue
umettano labbra ingorde
trionfanti per l’azione svolta
Che si tratti del delitto pompato
a scapito del morto – parenti
indotti ad allargare riccioli
depilare ciglia e baffi
mettere in scena un dolore
profondo asciugato ora
dalle luci della cinepresa
e dall’avvoltoio che li sovrasta –
o di morti ammazzati donne sfregiate
povera gente smarrita e fuggiasca
piccoli corpi tra braccia senza forza occhi
stretti nell’odio per le offese ricevute
oppure del ladro il farabutto il mascalzone
insomma del prescelto delinquente
– oggi a te domani all’altro –
in ogni caso è questo che ora
incanta e forma
il nostro immaginario
e non più il tramonto della sera
il rossore di guance innamorate
e nemmeno il desiderio di cambiare.
da: La Quinta Stagione, kairòs 2016